Riconoscimento per CNA-Fita: l’Antitrust premia l’associazione per la campagna in favore degli autotrasportatori danneggiati dal cartello dei camion

CNA-Fita riceverà il primo premio Antitrust 2017 – riservato alle associazioni di imprese – per la campagna risarcitoria in favore dell’autotrasporto danneggiato dal cartello dei camion.

CNA-Fita, infatti, ha promosso un’azione collettiva alla quale le imprese possono ancora aderire senz’anticipare alcuna spesa usufruendo di professionisti dalla provata esperienza nel campo dell’antitrust e del contenzioso civile. In questo modo, CNA-Fita offre agli autotrasportatori italiani la possibilità di far rientrare in azienda capitali illecitamente sottratti negli anni 1997/2011 durante i quali il cartello ha operato.

“Siamo estremamente soddisfatti per questo alto riconoscimento, del quale ringraziamo prima di tutto l’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Un riconoscimento che premia l’impegno profuso da tutti i colleghi del territorio, dalle imprese e dai professionisti in questa battaglia per l’affermazione della giustizia”, commenta il presidente nazionale della CNA-Fita, Patrizio Ricci.

La Cna di Caltanissetta ha promosso l’azione per ben 42 aziende e oltre 90 vettori. In seguito alla decisione della Corte Regionale di Hannover del 18 gennaio 2018  che per prima ha riconosciuto l’esistenza di danni causati dal cartello dei costruttori di autocarri si attende adesso la quantificazione del danno.

L’azione collettiva, che ha riguardato più di 3mila imprese di autotrasporto, è stata promossa  contro le case costruttrici di mezzi pesanti sanzionate l’anno scorso dalla Commissione Ue, che ha accertato per il periodo 1997-2011 un cartello fra di loro per tenere alti i prezzi, ritardare l’adozione dei migliori standard antinquinamento disponibili e traslarne il costo sui clienti.

L’azione è volta ad ottenere risarcimenti sia per le maggiori spese d’acquisto dovute ai prezzi fissati col cartello sia per la svalutazione accelerata dei mezzi, che poco dopo l’acquisto si sono ritrovati tecnicamente superati per l’entrata in vigore di limiti di emissioni passati da Euro III a Euro VI. E la classe Euro incide anche su altri fattori, come il costo del pedaggio sulla viabilità principale di alcuni Paesi (la cosiddetta vignette).

Dal punto di vista probatorio, visto che quasi tutti i produttori coinvolti (Daf, Daimler, Iveco, Man e Volvo-Renault) hanno ammesso il cartello e chi non lo ha fatto (Scania) è stato comunque sanzionato dalla Commissione Ue (che ha chiuso il caso infliggendo sanzioni per un totale di oltre 3,8 miliardi), la difficoltà sta “solo” nel dimostrare il danno: i costruttori, di fronte alle richieste avanzate dalle imprese in via bonaria, hanno negato che esista.

I ricorsi sono quindi supportati da analisi economiche, che stimano innanzitutto – in base a vari fattori e simulazioni – quanto i prezzi di acquisto sarebbero stati più bassi senza il cartello.

 

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